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Il volume, speculare alla mostra nata come itinerario iconografico per illustrare la Storia del paesaggio agrario italiano a cinquant'anni dalla sua pubblicazione, per effetto della persistente vitalità di Emilio Sereni si è progressivamente trasformato nello strumento utile a meglio comprenderne la ricchezza dell'opera, dell'archivio e della biblioteca. Gli autori, afferenti a diversi settori scientifici, sono concordi nel riconoscere l'attualità dello studioso che nella sua vita operosa ha saputo riunire non solo impegno politico e ricerca ma anche tante discipline (e relativi metodi di indagine) senza averne mai professato accademicamente una sola! Non è un caso se torniamo a interrogarci sull'eredità di Emilio Sereni a cinquant'anni dalla "Storia del paesaggio agrario italiano" (Laterza, 1961): in un momento storico in cui "il lungo addio" dell'agricoltura e della "civiltà contadina" (di cui il paesaggio è la parlante fisionomia) non ci appare più come il processo fatale e irreversibile di fronte al quale non resta che la rassegnazione. Il fallimento della "rivoluzione verde" a scala globale e i guasti dell'agroindustria a scala nazionale e regionale ci costringono a rileggere il passato secondo una linea che ci impone, non solo di recuperare i saperi locali di una cultura contadina che la storia sembrava aver condannato a un ruolo di subalternità se non di estinzione, ma anche di recuperare, in termini patrimoniali ed economici, i paesaggi rurali di interesse storico...